In caso di sindrome del tunnel carpale, prima di intraprendere un intervento chirurgico o di sottoporsi a una terapia farmacologica, chiedete anche il parere di un chiropratico. A volte un approccio alternativo permette di evitare terapie più drastiche, quali l’uso eccessivo di medicinali o la chirurgia. La sindrome del tunnel carpale è abbastanza diffusa e colpisce all’incirca l’1% della popolazione. Negli ultimi tempi i media si sono interessati all’argomento, sensibilizzando il pubblico. In seguito a ciò un sempre maggior numero di persone, soprattutto tra coloro che eseguono attività manuali ripetitive, consulta il proprio medico per sintomi che sembrano portare a questo tipo di diagnosi. Cos’è dunque la sindrome del tunnel carpale? Si tratta di una sindrome clinica caratterizzata da dolore, intorpidimento e/o formicolio lungo la distribuzione del nervo mediano della mano. È dovuta alla compressione del nervo mediano all’altezza del polso, all’interno del tunnel carpale. I sintomi possono colpire il pollice, l’indice, il medio e l’anulare, in una combinazione di una o più dita.
Il tunnel carpale è formato dal legamento carpale trasverso e dalle ossa carpali. La sindrome del tunnel carpale si verifica quando i tessuti all’interno del tunnel si gonfiano, comprimendo il nervo mediano che attraversa il tunnel. I sintomi consistono in intorpidimento, bruciore, formicolio o dolore nella zona compresa tra il pollice e l’anulare.
Quali sono i sintomi della sindrome del tunnel carpale?
Chi ne soffre si sveglia spesso dal sonno, in quanto i sintomi ricorrono generalmente la notte. Il soggetto lamenta spesso un senso di pesantezza e gonfiore della mano e del polso, sintomi che peggiorano durante il giorno se si eseguono attività che comportano la flessione del polso o l’impugnare ripetitivamente oggetti e serrare il pugno, come per esempio nello scrivere, battere a macchina o al computer, guidare, eseguire lavori di artigianato, svolgere i lavori di casa o praticare sport che richiedono impugnature decise. In alcuni casi la compressione del nervo mediano può essere imputabile ad un infortunio (per es. la discolazione o frattura di un osso carpale) oppure a malattie quali l’artrite o il diabete. Anche la ritenzione dei liquidi dovuta alla gravidanza, alla menopausa oppure all’uso della pillola anticoncezionale, può esercitare una pressione sul nervo. Nei casi più gravi i pazienti possono lamentare senso di debolezza o perdita di tatto ed avere difficoltà nell’eseguire movimenti quali l’allacciare una collana o una giacca, per arrivare addirittura a lasciar cadere degli oggetti.
La chiropratica, associata ad altri trattamenti e esercizi, potrebbe costituire la soluzione.
Il Dr. George Goodheart, un noto chiropratico statunitense, introdusse nel 1967 un trattamento per la sindrome del tunnel carpale. Una volta eliminati alcuni fattori e certi ormai della diagnosi, l’approccio chiropratico risulta sempre molto efficace. Il trattamento consiste in manipolazioni chiropratiche specifiche della colonna vertebrale e delle articolazioni del polso e del gomito, associata a tecniche di rilassamento miofasciale. Miglioramenti sono stati inoltre ottenuti con la somministrazione di vitamina B6 a quelle persone che presentano una carenza di piridossina. Il soggetto deve inoltre evitare o modificare le attività all’origine del disturbo e indossare un bendaggio rigido sul polso durante la notte (per evitare piegamenti inopportuni) e durante il giorno quando possibile. Il bendaggio va mantenuto per un periodo che varia da 3 a 6 settimane. Nonostante tutti questi accorgimenti, la guarigione può richiedere dalle 6 settimane ai 6 mesi.
Per mantenere le flessibilità del polso, afferrate con una mano le dita della mano opposta, senza forzare. Tirate quindi le dita verso il vostro corpo e mantenete la posizione per 10 secondi. Ripetete l’esercizio cinque volte per ciascuna mano. Per aumentare la flessibilità del polso e facilitare la circolazione, piegate il polso verso l’alto e verso il basso senza forzare. Ripetete cinque volte con ciascun polso.
Per aumentare la flessibilità del pollice, portatelo all’indietro verso il vostro corpo con la mano opposta. Mantenete la posizione per 10 secondi e fate quindi riposare. Ripetete tale operazione cinque volte con ciascun pollice.
In quali casi si deve ricorrere a un intervento chirurgico?
L’intervento si rivela necessario quando, dopo aver provato altre procedure non invasive (esercizi, trattamenti chiropratici, altri trattamenti medici e fisioterapia), vi è ancora un costante intorpidimento e formicolio delle dita. È indicato inoltre nei casi di atrofia o debolezza della mano, perdita di tatto e positività dei test neurologici ed elettromiografici. Le complicazioni post-operatorie hanno però un’incidenza piuttosto elevata, fino al 10% (Urbaniak JR, JB Lippincott Co 1991, pagg. 967968).
In conclusione Nonostante i sintomi risultino piuttosto fastidiosi, la sindrome del tunnel carpale non pregiudica per sempre la salute dei polsi. L’adozione di alcune semplici procedure, quali modificare le attività che aggravano la situazione, indossare un bendaggio rigido, eseguire degli esercizi correttivi e seguire dei trattamenti chiropratici, mette spesso fine alla sindrome del tunnel carpale.